lunedì 16 novembre 2009

Erba di casa mia.


Siete pro o contro allo spinello?

venerdì 6 novembre 2009

Dal mio diario. La cresima

Da tre sere per volere dei miei vado a lezione di catechismo vogliono che faccia la cresima. Le lezioni, si svolgono nella sacrestia della chiesa del quartiere a darle è un laico.
Cosimo così si chiama il mio insegnante è un uomo alto, un metro e cinquanta del tutto pelato avrà una quarantina d’anni non è sposato e vive con la vecchia madre a pochi passi dalla chiesa. Lo “scapolone” così lo chiamano nella zona.
Fa lezione a me e a un ragazzo che si deve sposare dalle 18,00 alle 19,00. Cosimo è molto severo la sua faccia è imperturbabile. Quando legge il Vangelo, va in estasi. Si arrabbia non poco se ci pone delle domande e non sappiamo rispondere. Del resto se sapevamo, le cose che bisogno c’era di andare da lui? Pretende tanto da noi fin dai primi addottrinamenti.
L’altra sera ero da sola il ragazzo si è beccato l’influenza. Rispetto alle sere precedenti, Cosimo dava l’impressione di essere più rilassato e sul suo volto, mi parve di cogliere un sorriso quando mi disse di sedermi.
Dalla sua borsa di finta pelle color marrone, tirò fuori un libro, lo aprì, e lo mise sul tavolo d’innanzi a me.
«Leggi pronuncia chiaramente le parole». Nel dire questo, si siede vicino al tavolo di fronte a me. Mi schiarisco la voce e comincio a leggere.
“sono seduta sul divano con le gambe allungate e i piedi che poggiano sulla sedia. Indosso una sottoveste nera di raso alquanto corta. Fa molto caldo.” Interrompo la lettura e guardo Cosimo come per dirgli: che mi stai facendo leggere?
«Dai continua non fermarti». Riprendo a leggere.
“Luca, mio figlio è in piedi davanti a me con addosso solo i boxer grigi elasticizzati da dove scorgo la sagoma del suo cazzo posto sul lato sinistro.” Mi fermo nuovamente. Cosimo ha la mano sinistra poggiata sul tavolo e l’altra tra le gambe dal movimento, del braccio capisco che si sta masturbando. Con voce fioca, mi dice di riprendere la lettura. Sono terribilmente imbarazzata.
“si siede al mio fianco, poggia la guancia sinistra sul mio seno e la mano sulla coscia. Mi accarezza dolcemente. – cosa fai? – gli dico con voce tremula. – mi dai la poppata? – risponde sollevando gli occhi. – da piccolo, mi facevi dannare non riuscivi a ciucciare. – gli accarezzo il capo. – prova adesso mettimi la tetta in bocca. – solleva la testa, infilo la mano nella scollatura e tiro fuori il seno lui dischiude le labbra.” Guardo Cosimo il suo viso è paonazzo e gli occhi lucidi. Il braccio si muove velocemente.
«Dai ancora un po’ finisci di leggere». Mi dice a denti stretti.
“dischiude le labbra e tira fuori la lingua con la punta, mi ridisegna il contorno dell’aureola poi prende in bocca il capezzolo turgido. Succhia avidamente.”
«Hai visto che mamma troia eh! Proprio una gran puttana». Il braccio, si ferma Cosimo abbassa la testa e si guarda tra le gambe.
«Ohhh... » è venuto. Solleva la mano che prima stringeva il cazzo, la tiene aperta è intrisa di sperma.
«Nel cassetto del mobile ci sono dei panni bianchi quelli che Don Saverio mette sul calice, prendine uno». Faccio quello che mi ha detto gli allungo il panno, si pulisce la mano e dopo il cazzo che non vedo perché coperto dal tavolo. Dopo pulito, si ricompone e si alza sulla patta dei calzoni c’è una chiazza scura. Mi viene vicino.
«Mi raccomando non fare parola di quello che è successo con nessuno intesi! » Mi accarezza la faccia con la mano sudaticcia e appiccicosa.
«Tranquillo non dirò niente posso andare ora? »
«Si, ma domani ci mettiamo sotto e studiamo d’accordo? »
«Ok a domani». Esco passando dalla chiesa quando sono davanti all’altare, faccio un inchino e il segno della croce.

«Aspetti! » Don Saverio sta chiudendo le porte della chiesa.
«Sei ancora qua! » Mi dice meravigliato.
«Sono quasi le otto». Il mio viso si avvampa abbasso lo sguardo.
«Che c’è Cinzia».
«Niente mi fa uscire? » Per tutta risposta chiude la porta con una grossa chiave.
«Vieni». Lo seguo si siede su una panca e mi fa segno di sedermi accanto a lui.
«Lo sai le bugie non si dicono specialmente ora che stai per prendere un sacramento così importante quale la cresima. Dimmi tutto».
«Cosa le devo dire? »
«Cosimo ti ha fatto qualcosa? » Sto per alzarmi, ma lui mi afferra il braccio.
«Dove vai! Fa conto che sei al confessionale quello che mi dirai, rimarrà tra noi due». Faccio un lungo respiro e gli racconto tutto.
«Vedi Cinzia, Cosimo ha dei problemi, ma non è cattivo. Da ragazzino sua madre abusava di lui». A quella rivelazione, non so cosa rispondere.
«Tu ad ogni modo non dire niente mi seccherebbe perderlo è un bravo insegnante conosce il Vangelo meglio di me». Gli promisi che avrei taciuto.
La sera successiva, al posto di Cosimo c’è Don Saverio.
«E’la stagione anche Cosimo si è beccato l’influenza». Mi siedo, lui gira intorno al tavolo con le mani dietro la schiena.
«Come sta tua madre? » Mi chiede poggiando le mani sulla spalliera della sedia guardandomi in faccia.
«Bene». Rispondo abbassando gli occhi per evitare il suo sguardo.
«E’ da un po’ che non la vedo gli somigli molto lo sai? »
«Lo so me lo dicono tutti». Comincio ad agitarmi di solito quando mi accostano a mamma, è per un solo motivo quello di fottermi. Con ogni probabilità, anche Don Saverio ha beneficiato delle grazie di mia madre.
«Gran... donna tua madre». Va verso il mobile, apre il cassetto, e tira fuori un pannetto identico a quello che avevo dato a Cosimo per pulirsi.
«Sei pura Cinzia? » Avvampo sento il viso in fiamme, mi tormento le mani.
«L’hai visto il pene di Cosimo? »
«No! » Rispondo di getto.
«Tieni questo». Mi allunga il pannetto che prendo senza guardarlo in faccia. Mi è d’innanzi.
«Non mi hai risposto. Vai con i ragazzi? » Annuisco con il capo.
«E cosa fai? » Sono tutta un fremito, non gli rispondo.
«Lo prendi in bocca? » Vorrei che il pavimento, m’inghiottisse per farmi sparire non so proprio come gestire la situazione che si è creata. Ho la testa china e non oso alzarla.
«Tua madre è brava molto brava». Mi pone le mani sul capo lo accarezza.
«Alzati! » Come un automa eseguo l’ordine. Mi mette la mano sotto il mento e lo solleva.
«Perché quella faccia? » Tenta di baciarmi sulle labbra, ma giro il capo.
«Non fare così lasciati andare la resistenza, porta solo a una perdita di tempo». Mi stringe a se e si struscia contro il mio basso ventre sento la durezza del suo cazzo.
«Inginocchiati come se dovessi pregare». Mi abbasso lentamente mentre lui tira su la veste sotto non ha niente è completamente nudo.
«Ti piace il mio cazzo? » Un cazzo di tutto rispetto molla la veste e mi copre del tutto sono nel buio più pesto.
«Fammi un bel bocchino Cinzia». Afferro la verga e inizio a segarla mentre con la lingua lecco la cappella.
«Ohhh... si brava continua così». Una pompa al buio non l’avevo mai fatta. Glielo prendo in bocca e vado su e giù con la testa.
«Ohhh... uhhh... ciuccia, ciuccia troietta». Comincio a sentire caldo sotto quell’abito talare. Mi manca l’aria. Lo sfilo dalla bocca e continuo con la mano.
«Ahhh... si cristo sì! » Istintivamente chiudo gli occhi mentre lo sperma caldo si abbatte sul mio viso. Quando riemergo, la luce mi da fastidio prendo il pannetto e mi ripulisco alla meglio. Don Saverio poggia il culo sul tavolo e ansima.
«Sei stata brava». Mi dice stringendosi il cazzo. Mi alzo.
«Non pensare male di me sono un uomo e tu una gran bella fica».
«Ho fatto peccato? » Gli chiedo.
«No hai fatto un’opera buona». Esco dalla sacrestia e quando sono, d’innanzi all’altare non m’inchino tiro dritto.